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Aliado italiano del PO con Prodi
Por P.Olivo - Wednesday, Jan. 25, 2006 at 6:46 PM
ferrando@olivo.gov.it

El dirigente de Progetto Comunista Marco Ferrando, aliado al PO argentino, apoya "criticamente" la alianza con Prodi

Del Corriere della Sera de hoy
..................

: noi spina nel fianco di Romano

<<Senato, arrivano i trotzkisti>>
Bertinotti apre alla minoranza interna: 8 i seggi sicuri Ferrando: così
smonteremo il programma dell'Unione

Al contrario di categorie affini — trolls, licantropi, grandi sauri —
i trotzkisti non sono creature fantastiche, una specie estinta, una
bizzarria del creato. Esistono e forse vinceranno anche loro le
elezioni. Ci fu un tempo in cui praticavano l'entrismo, sottile
tattica che consisteva nell'iscriversi al Pci per tentare di
condizionarlo. Oggi anche i romantici della politica si sono fatti più
ambiziosi: entrismo sì, ma non nei partiti; direttamente in
Parlamento. «Con l'obiettivo di riportare all'opposizione prima
Bertinotti e poi correntone Ds, Comunisti italiani e Verdi, contro
Prodi e i liberali» annuncia Marco Ferrando, leader dei trotzkisti
italiani.

Gli irriducibili in Parlamento stavolta ci saranno davvero. Almeno
quattro al Senato, intenzionati non a esercitare un diritto di tribuna
o a rendere una testimonianza, ma a condizionare una legislatura che
in particolare a Palazzo Madama si prevede giocata all' ultimo seggio.
L'altro ieri il comitato politico nazionale di Rifondazione ha deciso
le teste di lista per le Politiche. Ferrando puntualizza che non c'è
stata nessuna trattativa, quindi nessun accordo: i posti sono stati
«octroyés», concessi da Bertinotti. Che alla minoranza interna — il
41% del partito — ha accordato il 15% dei seggi considerati sicuri. Il
punto è che Rifondazione sarà la vera beneficiaria della riforma
proporzionale: mentre i Ds anche in caso di vittoria dell'Unione
potrebbero veder ridotta la loro rappresentanza, il partito di
Bertinotti — se solo confermasse i voti delle Europee — avrebbe 60
parlamentari contro i 16 di oggi. I posti blindati per l'opposizione
interna, ostile all'ingresso nel governo Prodi, sono nove. Cinque
vanno al gruppo dell' Ernesto, più affezionato all' ortodossia del
vecchio Pci (e alla «resistenza irachena»): al Senato Claudio Grassi
sarà capolista in Emilia, Maria Campese in Puglia, Fosco Giannini in
Calabria; Alberto Burgio sarà capolista alla Camera nel terzo collegio
della Lombardia, Luigi Pegolo numero 2 in Campania; riconfermata
l'unica deputata uscente, Marilde Provera. Poi ci sono i duri di
«Sinistra critica», eredi di Livio Maitan quindi trotzkisti, anche se
meno di Ferrando. Sono Salvatore Cannavò, numero 2 alla Camera a Roma
dopo Vladimir Luxuria, e il senatore uscente Gigi Malabarba, che si
ricandida in Liguria ma con l'accordo di dimettersi il 20 luglio e
lasciare il seggio ad Heidi Giuliani, nell'anniversario della morte
del figlio Carlo. Poi c'è Ferrando, che sarà capolista al Senato in
Abruzzo e conta di strappare altri posti per i colleghi del suo gruppo.

Tutto si sarebbe atteso dalla vita il leader trotzkista, tranne
usufruire di un premio di maggioranza. Genovese, 51 anni, esordio nel
gruppo bordighista «Lotta comunista» e poi militanza nella Quarta
Internazionale, non si può dire che per il laticlavio abbia concesso
molto: la sua conciliante relazione al comitato politico si intitolava
«No al governo con i banchieri dell'Unione». «Ogni leader del
sedicente centrosinistra rappresenta una banca — sostiene Ferrando —.
D'Alema l'Unipol, va da sé. Prodi, Banca Intesa. Tutti e due
l'Unicredit. Rutelli, la Bnl e Montezemolo». E lei Ferrando dovrà
votare la fiducia. «Io spero ancora che il mio partito ci ripensi. In
ogni caso, Prodi dovrà fronteggiare una forte opposizione sociale di
sinistra, di cui saremo il referente politico. E si troverà davanti
una serie di scogli, su cui Rifondazione non potrà transigere. Non
possiamo mandare all'estero un solo soldato, anzi dobbiamo farli
rientrare tutti, non solo dall'Iraq ma anche dall' Afghanistan e dai
Balcani. Il programma di Prodi è la negazione di ciò per cui siamo
nati: dovremo smontarlo pezzo per pezzo. No alla continuità con la
riforma Dini delle pensioni, contro la quale facemmo ostruzionismo in
Parlamento; no allo spirito di Maastricht, il cui rifiuto fu alla base
della nascita di Rifondazione. Sì all'uscita dalla Nato, nostra antica
battaglia, e all'abolizione totale della legge 30 sulla precarietà del
lavoro. No all'aumento delle spese militari. No a tagli alla spesa
sociale. No agli aiuti alle imprese, neppure per la ricerca e le nuove
tecnologie, perché il conto lo pagherebbero i proletari». Proletari
che Ferrando vagheggia di unire in un «Polo autonomo di classe», da
Mussi a un Bertinotti recuperato alla causa.


«Come tutti quelli che si affacciavano alla politica, incontravamo a
ogni passo i trotzkisti, gente proba che aveva atteso cent'anni ed era
pronta ad attenderne altri cento. Noi invece avevamo fretta» ha
raccontato Adriano Sofri, a proposito di un tempo precedente il '68.
Coltivavano allora simpatie trotzkiste personaggi come Rino Formica e
Giorgio Ruffolo, futuri ministri socialisti, e Paolo Flores d'Arcais.
«Credo che anche Nanni Moretti sia stato dei nostri — rievoca Ferrando
—. Di sicuro ricordo, a una riunione nel 1980 del gruppo torinese
legato a Maitan, una splendida Alba Parietti. Pure Anna La Rosa mi ha
confidato un passato trotzkista, ma ho qualche dubbio». L'obiettivo
ora è rifondare l'Internazionale. «Siamo in contatto con il Partido da
causa operaria brasiliano, che attacca Lula da sinistra, e con il
Partido obrero argentino, il protagonista del movimento piquetero e
dell'occupazione delle fabbriche, la Sasetru, la Zanon, la Bruckman.
Siamo già all'opposizione dei nuovi governi di centrosinistra in
Uruguay, con il Partido socialista de los trabajadores, in Cile, con
la Liga socialista revolucionaria erede del glorioso Mir, e pure in
Bolivia con Oposición trotzkista, che ha dato indicazione di voto per
Evo Morales e ora lo combatte; anche se magari avessimo Morales al
posto di Prodi... In Grecia è attivo l'Eek, partito comunista operaio.
In Francia i partiti trotzkisti sarebbero due, ma non andiamo
d'accordo né con la Ligue di Krivine, ormai piegata alla logica
dell'unità a sinistra, né con Lutte Ouvrière della Laguiller, troppo
settaria. Però abbiamo i nostri contatti: la Gauche communiste, nata
da una costola del Pcf; il compagno Gramar, esule argentino messo in
minoranza nella Ligue; e i Travailleurs révolutionnaires, molto forti
nella zona di Bordeaux». E Bertinotti? «Ho letto un suo elogio
nell'ultimo libro di Peppino Calderola. Segno che sta sbagliando. Non
mi convince neppure la svolta nonviolenta. Per rovesciare il sistema
non va esclusa la violenza di massa, che è ben diversa dal terrorismo;
tanto più che le classi dominanti la esercitano su quelle soggette».


Aldo Cazzullo
24 gennaio 2006


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como mienten
Por no mentiroso - Thursday, Jan. 26, 2006 at 2:48 AM

che como miente el PO a todo el mundo, segun esa nota le dicen a sus aliados italianos que el PO no solo es el protagonista del mov.piqueter, si no que fue tambien el que ocupo zanon y brukman...aya aya ay tanttaautoproclamacion.... aparte el partido prggetto se rompe, la mayoria de la direccion (10 de 17) estan en contra de integrar la lista...que aparte por el acuerdo los oblga a no votar en contra de las futuras propuestasdel gobierno, a lo sumo abstenerse...como hace el PO de la gran politica....la verdad que estar con evo es de izquierda al lado de estar con Prodi

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La Posición de Progetto Comunista ante la posición de Marco Ferrando
Por Iván - Thursday, Jan. 26, 2006 at 10:36 AM

Para los Italoparlantes que han comentado y subido el artículo del Corriere della Sera, y para todos aquellos que con un poco de esfuerzo quieran enterarse directamente por parte de los protagonistas de lo sucedido, pego a continuación la declaración de la dirección de Progetto Comunista sobre la situación planteada en el artículo del Corriere de la Sera.

Igualmente comento brevemente lo que dice:

1) Ferrando y Grisolia, dos miembros de la dirección de Progetto, han venido haciendo tratativas con Bertinotti para traicionar la linea de Progetto Comunista... esta traición es fruto de divergencias políticas que vienen de hace tiempo en esa organización.

2) Progetto Comunista, la organización que adhiere a la necesidad de reconstruir la IV Internacional junto al PO, ha denunciado a Ferrando y Grisolia publicamente (texto pegado a continuación).

CONCLUSIÓN: La posición de Ferrando de "hacerle la segunda" a Bertinotti (y la tercera a Prodi) solo la pudo consumar rompiendo con la linea de Progetto Comunista.

Los que escriben más arriba son MAL INTENCIONADOS y MENTIROSOS, desde el momento que si querían verdaderamente informar debían haber buscado la posición pública de Progetto Comunista y no creer acríticamente al Corriere della Sera, diario de la gran burgueseía italiana.

Saludos,
Iván


Comitato Politico Nazionale del Prc - 21 e 22 gennaio

BERTINOTTI (CON FERRANDO) NELLA GABBIA DELL'UNIONE

Ferrando garantisce la fiducia a Prodi. Progetto Comunista sfiducia Ferrando

Cari compagni, care compagne, potete leggere qui sotto i documenti presentati da Progetto Comunista alla riunione del Comitato Politico Nazionale di Rifondazione sabato e domenica scorsi.

BERTINOTTI MARCIA VERSO IL GABINETTO MINISTERIALE; LE MOZIONI CRITICHE, CRITICANO MARCIANDO
La riunione era dedicata alla discussione sulle prossime elezioni e sulle liste elettorali del partito. Per quanto riguarda il primo punto non ci sono state particolari sorprese: la maggioranza bertinottiana procede verso l'approdo di governo, assicurando che se non l'odierno programma elettorale di Prodi (su cui vi sono evidenti imbarazzi) almeno il futuro programma di governo sarà condizionato dal Prc. Come sia possibile che un programma di governo rimasto immutato dopo mesi di "tavoli", seminari, commissioni e confronti -e rimasto immutato perché dettato dalla classe avversaria a quella che il Prc dovrebbe rappresentare- possa infine aprire una fase diversa o addirittura un avvicinamento alla "alternativa", sotto la direzione di Prodi e in compagnia di D'Alema, Fassino, Mastella e i loro amici banchieri, tutto ciò non è stato ben chiarito nel Cpn e continua a rimanere un credo affidato a un atto di fede.
Le opposizioni "critiche" hanno ribadito -fuori tempo massimo- la necessità di "condizionare" il programma e il futuro governo dei liberali e dei banchieri, o attraverso un ultimo tentativo di inserimento di "paletti" (area dell'Ernesto, Grassi) o attraverso la dialettica di movimento (area Erre, Cannavò e Malabarba). Gli uni e gli altri, pur ribadendo la "critica" a Bertinotti e la "critica" all'ingresso organico nel futuro governo hanno assicurato che non faranno mancare nemmeno in futuro l'esercizio della "critica" e hanno riproposto -come già al recente congresso- pur con argomenti diversi la medesima allusione alla via secondo loro preferibile per il Prc: invece del sostegno con tanto di ministri e sottosogretari, il sostegno esterno, permanente o intermettente, al governo Prodi. Gli uni e gli altri rimuovendo ancora una volta il problema centrale che non è appunto quello della presenza o assenza di ministri di Rifondazione ma piuttosto quello della presenza o assenza di una opposizione di classe al futuro governo dell'alternanza borghese.

FERRANDO SI PREPARA A VOTARE LA FIDUCIA A PRODI
L'unico elemento di novità è stata invece la rottura da parte di Marco Ferrando, Franco Grisolia e di una minoranza della rappresentanza in Cpn della Terza mozione con l'orientamento e le scelte della maggioranza dei rappresentanti di Progetto Comunista.
La rottura non è nata in quella sede ma ha viceversa alle spalle un percorso di discussione in Progetto Comunista che dura da due anni (e di cui riferiremo nei prossimi giorni in un altro apposito testo); una discussione sulla prospettiva di Progetto Comunista, sull'idea di come costruire una reale opposizione comunista ai governi della borghesia e che si è concluso con una rottura nella recente assemblea nazionale di Rimini (primi di gennaio).
Questa frattura ha trovato nella questione della scelta delle candidature un ulteriore elemento di amplificazione di scelte ormai diverse e divergenti.
Come i compagni possono leggere nella dichiarazione di voto contraria alle candidature che riportiamo qui sotto, come maggioranza dei rappresentanti di Progetto Comunista nel Cpn non abbiamo contestato l'apertura delle liste alle minoranze (nonostante l'apertura sia avvenuta in modo irrisorio). Abbiamo contestato che per quanto riguarda la rappresentanza di Progetto Comunista (Terza Mozione al congresso) la scelta sia stata operata direttamente dalla Segreteria nazionale in accordo con una parte del gruppo dirigente (Ferrando e Grisolia), alle spalle dei membri dell'organismo deputato alla scelta, il Cpn. Le altre minoranze hanno fatto le loro scelte riunendo i membri del Cpn (l'area dell'Ernesto anche con un voto al proprio interno, sui criteri, le candidature, le preferenze).
Quando siamo venuti a sapere di una trattativa che durava da mesi, all'oscuro dei dirigenti e di tutti i militanti della nostra organizzazione, abbiamo provocatoriamente avanzato una candidatura alternativa a quella "autonominatasi" di Marco Ferrando, quella di Francesco Ricci, a nome appunto della maggioranza dei membri dell'organismo titolato alla scelta. Sapevamo già -e lo abbiamo constatato- che la Segreteria nazionale (Bertinotti) aveva già fatto la sua scelta, sostenendo il candidato più "affidabile", l'unico disposto ad accettare alcuni precisi compromessi. Già nel Cpn di settembre dedicato alle primarie avevamo dovuto far fare marcia indietro a Ferrando e Grisolia che (anche qui senza discuterne con il resto del gruppo dirigente, cioè con la maggioranza) avevano promesso alla segreteria un voto a favore dell'appello al voto per le primarie truffa di Prodi. Quella richiesta di Bertinotti non era che la prima. Un'altra è stata quella che Ferrando e Grisolia non votassero contro queste liste elettorali, viceversa giustamente denunciate dalle altre minoranze. Questo secondo pegno è già stato pagato. Al Cpn hanno votato contro le liste i rappresentanti dell'area dell'Ernesto, quelli di Falcemartello e noi, maggioranza della rappresentanza di Progetto Comunista. Mentre Ferrando e Grisolia si sono allineati a Erre-Sinistra Critica (Cannavò e Malabarba), limitandosi a una astensione. Il tutto dopo un penoso intervento in cui Franco Grisolia ha invocato la "solidarietà democratica" della platea del Cpn (composta appunto per la gran parte da sostenitori -entusiasti o critici- del futuro governo liberale) contro la maggioranza di Progetto Comunista, con cui stava consumando l'ultima rottura.
Grisolia e il futuro senatore Ferrando, come hanno informato diversi giornali (l'Unità, il Manifesto, il Messaggero, ecc.) hanno invocato un presunto e non verificato sostegno maggioritario dei sostenitori della Terza Mozione, sventolando fogli con firme di qualche decina di dirigenti. Firme peraltro raccolte (come ci testimoniano alcuni degli stessi firmatari) al telefono, sul quesito generico: "sei d'accordo perché Ferrando diventi senatore?". Senza ovviamente spiegare il dibattito in corso nel gruppo dirigente di Progetto Comunista e della rappresentanza in Cpn né le motivazioni di contrarietà della sua maggioranza. Senza spiegare che tale scelta non è stata discussa in nessuna sede, né locale né nazionale; che è stata concordata da mesi, alle spalle dei dirigenti e dei militanti di Progetto Comunista, direttamente da Ferrando e Grisolia.
Ma il compromesso più grave sta nell'impegno preso da Ferrando a votare la fiducia a Prodi. Su quest'ultimo punto Bertinotti è stato molto chiaro, come hanno riportato tutti i giornali. La candidatura di Ferrando -come ogni altra- ha come presupposto l'impegno a disciplinarsi: non saranno ammessi "voti in dissenso" col gruppo parlamentare, cioè con le indicazioni di Bertinotti. Questa accettazione di disciplina era ed è secondo noi inaccettabile. O meglio, è accettabile per i futuri deputati e senatori delle aree critiche, che non hanno mai fatto dell'opposizione al futuro governo Prodi il loro asse caratterizzante. Ma non è accettabile per dirigenti di Progetto Comunista, che da anni spiegano che l'opposizione al governo dei liberali è irrinunciabile nelle piazze ma anche in parlamento.
Ecco cosa è successo in questo fine settimane, ed ecco spiegato perché Bertinotti ha fatto per Progetto Comunista un'eccezione: non ha lasciato la scelta al voto della maggioranza dei membri in Cpn dell'area ma ha scelto direttamente lui.
E' ovviamente auspicabile che Ferrando ci ripensi. Che dichiari da subito, pubblicamente, che non si disciplinerà, che non voterà la fiducia a Prodi. In discussione non è una rappresentanza nel "pollaio della borghesia" ma la costruzione dell'opposizione di classe, nelle piazze e nei palazzi, al prossimo governo anti-operaio. Opposizione irrinunciabile perché premessa indispensabile della costruzione di una vera alternativa si società e di potere, di un'alternativa dei lavoratori. Non sappiamo se ci sarà un ripensamento: la storia del movimento operaio è costellata di esempi di dirigenti (anche più illustri) che hanno abbandonato la strada o cercato scorciatoie o vie di minor resistenza.
Progetto Comunista, la maggioranza dei suoi militanti, continuerà questa battaglia, insieme a centinaia di giovani, di militanti, di Rifondazione, sindacali, dei movimenti. Comunque e senza passi indietro.


Francesco Ricci


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DICHIARAZIONE DI VOTO CONTRARIO ALLA PROPOSTA DI LISTE ELETTORALI





Esprimiamo la nostra contrarietà alla proposta di liste elettorali avanzata dalla Segreteria nazionale per i seguenti motivi:

1) per la prima volta si apre la rappresentanza parlamentare anche alle minoranze. Ciò è in sé positivo: ma questo avviene in termini irrisori rispetto alla reale consistenza nel partito delle minoranze stesse;

2) ogni area congressuale ha assunto le proprie scelte con un dibattito nel quadro dirigente e tra i membri del Cpn. Solo per la Terza mozione (Progetto Comunista) la scelta è stata presa direttamente dalla Segreteria nazionale in accordo con l’ex portavoce (Ferrando), senza il consenso dei rappresentanti dell’area nell’organismo deputato alla scelta, il Cpn.



La candidatura al senato di Marco Ferrando non è stata discussa in nessuna riunione, locale o nazionale, dell’area. Ed essa registra nei fatti la contrarietà della maggioranza (10 su 17) dei membri del Cpn eletti al recente VI Congresso del Prc per Progetto Comunista in rappresentanza di oltre 3000 voti; la contrarietà dei coordinatori della mozione congressuale in 15 regioni; la contrarietà della quasi totalità del gruppo dirigente dei GC aderenti al documento; la contrarietà del direttore del giornale dell’area e della rivista dell’area; una larga e diffusa contrarietà fra i militanti, manifestatasi in queste ore con decine di e-mail e fax.

A questi fatti evidenti non si può rispondere (come invece hanno fatto Ferrando e Grisolia) con una specie di “raccolta di firme” in qualche città e regione: firme di compagni a cui non è stato detto del dibattito in corso e dei motivi alla base della contrarietà della gran parte del gruppo dirigente democraticamente scelto in un percorso congressuale. Soprattutto nel richiedere queste firme (comunque non rappresentative di 3000 sostenitori del documento) non è stato detto che il presupposto della candidatura di Ferrando al senato è la richiesta preventiva di un impegno a votare la fiducia al governo Prodi. Atto quest’ultimo, come è evidente, in contrasto con le fondamenta stesse della mozione congressuale di Progetto Comunista.

La maggioranza della rappresentanza in Cpn di Progetto Comunista ribadisce dunque la propria inflessibile opposizione alla deriva governista del Prc, chiamando tutti i militanti del partito a salvaguardare il progetto di fondo della rifondazione comunista: l’opposizione di classe per l’alternativa rivoluzionaria dei lavoratori.



Francesco Ricci

(Esecutivo nazionale)

Alberto Airoldi

Luca Belà

Patrizia Cammarata

Nicola di Iasio

Pia Gigli

Ruggero Mantovani

Antonino Marceca

Michele Rizzi

Fabiana Stefanoni

Valerio Torre

(Cpn)



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muchachos
Por avispado - Thursday, Jan. 26, 2006 at 11:02 AM

ay! muchachos, no se dan cuenta que el estúpido que escribe arriba es un estudiante descerebrado del PTX....¿a quien carajo le importa lo que hace o deja de hacer "Progetto Comunista"?? Bajen a la realidad muchachos, y dejen de troskear un poco, que les está afectando la salud mental.

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Vamos PTS
Por señor - Thursday, Jan. 26, 2006 at 1:14 PM

Pobre el PTS se piensa que es un gran partido tratando de correr siempre por "izquierda" al PO, cuando en su politica ncional estan completanmente perdidos sin saber para donde ir, tipico de una secta.
Porque se "abstuvieron" de participar en Bolivia...? Los yanquis adoran a Evo?

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estoy de acuerdo, pero igual es importante contrarrestar la desinformación
Por Iván - Friday, Jan. 27, 2006 at 4:42 PM

Estoy de acuerdo, pero igual es importante contrarrestar la desinformación. Si alguien dice que los "aliados del PO" apoyan a Prodi hay que desmentirlo, sobretodo porque la posición de la Coordinadora por la Refundación de la IV Internacional es neta: no se vota la investidura de la Unione, al revés se la denuncia y se plantea como alternativa el "polo autónomo de clase".
Y en este sentido Ferrando se ha puesto por fuera de la Coordinadora. Todo el trabajo por reconstruir la IV internacional es históricamente importantísimo y hay que defenderlo, inclusive de boludos como estos.
Fraternalmente.
Iván

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....
Por .... - Monday, Jan. 30, 2006 at 12:00 AM

evo no va a llevar a las masas hacia la revolucion, votar a evo es confudir a las masas
Ni Evo,ni la derecha:EN BOLIVIA ¡GOBIERNO OBRERO Y CAMPESINO!

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org.
Por heladero con conciencia de clase - Monday, Jan. 30, 2006 at 9:53 AM

cada corriente politica se organiza distinto:

los stalinista: en partidos

los peronistas: en movimientos

y los troskistas: EN SECTAS

ajjajajajajaj
jajajajajajaja

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“Progetto Comunista sigue su camino”
Por militante - Saturday, Feb. 11, 2006 at 5:27 PM

http://www.po.org.ar/

El Comité Político Nacional del Partido de la Refundación Comunista (PRC) del 21/22 de enero de 2006 concluyó con la reafirmación descontada de la perspectiva política del gobierno de la Unión por parte de Fausto Bertinotti y de la mayoría del PRC: una perspectiva de subordinación del partido al gran capital y a un programa de la Unión –ya definido de hecho– que se caracteriza por el relanzamiento de la política de sacrificios sociales y por el neo-atlantismo (pro-norteamericanismo) en política exterior, en función del relanzamiento del capitalismo italiano.

El propio juicio laudatorio dado por Bertinotti (y Cremaschi) sobre el convenio colectivo de los metalmecánicos, da la medida anticipada de cual será el papel del PRC en el gobierno de la Unión: un papel de bendición y cobertura de la concertación para bloquear las reacciones sociales a las medidas antipopulares y para privarlas de un punto de referencia político autónomo. Es la misma razón por la cual el centro liberal de la Unión quiere al PRC en el gobierno (...)

El carácter irrenunciable de la oposición comunista

En este contexto, las razones de la batalla más general de Progetto Comunista resultan más confirmadas que nunca. Todas las posiciones de las mociones “críticas” intermedias que todavía se obstinan en salvar el cuadro de referencia de la Unión, limitándose a volver a proponer “ámbitos de negociación” (Grassi) o a reivindicar una mayor “presión de movimiento” (Cannavo), han perdido hoy casi toda credibilidad y espacio. En particular, el grupo dirigente de Erre, que todavía hoy vuelve a proponer un “acuerdo político electoral” con la centroizquierda en torno a algunos “puntos fundamentales” (?), en el mismo momento en que sobre todos los puntos fundamentales el programa de la Unión se caracteriza como programa de los industriales y de los banqueros, da la medida de la impermeabilidad de los grupos dirigentes de los componentes centristas a las propias lecciones de la experiencia.

Sólo Progetto Comunista avanza coherentemente la única propuesta política alternativa: la ruptura con el centro de la Unión, la unidad de los trabajadores y de sus representaciones en torno a un programa anticapitalista común.

La candidatura revolucionaria, producto de una larga lucha

La presencia del compañero Marco Ferrando, portavoz nacional de Progetto Comunista, en las listas del partido como candidato al Senado está al servicio de esta batalla política general: una candidatura que responde de modo natural al criterio de máxima representación y reconocimiento del área congresal de Progetto Comunista y de su propuesta de una oposición comunista a los gobiernos de centroizquierda y centroderecha.

La impugnación de diez miembros del área de Progetto en el CPN, que habiendo reclamado a la Secretaría general un diputado propio y luego de no haberlo obtenido, acusan a Ferrando de haberse rendido al gobierno Prodi, es sólo un episodio triste que comprensiblemente atrajo algunas especulaciones periodísticas. Se trata de un grupo de minoría de la AMR Progetto Comunista, sustancialmente marginal en el área congresal de Progetto, que habiendo votado la propuesta de línea política de la Asociación, en ocasión de su Conferencia Nacional del 6 al 8 de enero, ha decidido “romper” por cuestiones organizativas y de gestión de la AMR: así, primero abandonaron los trabajos de la Conferencia, después se declararon “fracción pública de la AMR” (abriendo un sitio propio, paralelo al de la Asociación y anunciando la publicación de su propio periódico, “Progetto Comunista”), finalmente ha actuado como una organización hostil a Progetto Comunista, llegando al uso de insinuaciones sobre sus dirigentes a través de repetidos comunicados de prensa.

Pero esta acción de distracción, seguramente dañina y no casualmente criticada muy duramente por la propia Coordinadora por la Refundación de la IV Internacional, no modifica un ápice la realidad y la perspectiva de Progetto Comunista. Progetto Comunista, luego de una larga discriminación sufrida a manos del grupo dirigente del PRC, arranca un posible espacio parlamentario, “beneficiándose” indirectamente del derecho de representación de las minorías (además absurdamente reducido) que Bertinotti, después del VI Congreso, ya no podía evitar, hasta por razones de “imagen”. Y Progetto arranca este espacio sin ningún “canje político”, como el propio Ferrrando ha reivindicado públicamente, frente a Bertinotti, en la reunión del Comité Político Nacional del PRC (20 de enero de 2006).

A diferencia de otras minorías que intentan su propio reconocimiento institucional en una lógica de “canje”, y que a cambio de este reconocimiento como primer acto han renunciado a presentar sus propias mociones políticas en el CPN, Progetto Comunista no ha realizado y no realizará ningún compromiso que afecte cuestiones de principios. Entendemos la posible conquista de una representación parlamentaria como el producto indirecto de una batalla política intransigente de muchos años; por esto, en el mismo momento de la candidatura, presentamos regularmente en el CPN nuestra moción “Contra un gobierno con los banqueros, por una alternativa de los trabajadores”, como señal de la continuidad de nuestra batalla política de fondo por el carácter irrenunciable de la Oposición Comunista. Una vez más los hechos miden nuestra coherencia.

Una campaña por el relanzamiento de la Refundación Comunista

Esta batalla nuestra da hoy un paso adelante. La fase que se abre amplía en los hechos el espacio de construcción de Progetto Comunista. Ahora, en diversas realidades, nuevos sectores de base de Ernesto y de Erre, e incluso que provienen del bertinottismo, se acercan a nosotros como una referencia organizativa y de perspectiva. Así, sectores de vanguardia política y social que no están atraídos para nada por un nuevo gobierno de concertación, prestan atención a nuestras razones. Y estos espacios se ampliarán todavía más al avecinarse el probable gobierno de la Unión. En este cuadro, en todas las ciudades y realidades provinciales será presentado en las próximas semanas el llamamiento “Por la defensa y el relanzamiento de la oposición de clase, por el relanzamiento de la refundación comunista”, ya editado por la AMR y mucho más actual hoy. Todos los compañeros y grupos de compañeros que quieran unirse a esta campaña nuestra o que simplemente quieran recibir una copia del llamamiento para conocer y profundizar las razones de Progetto Comunista, pueden tomar contacto con nuestra organización y coordinar iniciativas o encuentros. En cuanto a nosotros, no ahorraremos nuestra energía.

Marco Ferrando y Franco Grisolía (dirección del PRC); Ivana Aglietti, Tiziano Bagarolo, Vito Bisceglie, Letizia Mancusi, Michele Terra y Marco Veruggio (CNG)

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Que pasò ivansito
Por chusma - Sunday, Feb. 12, 2006 at 12:48 AM

Che, Ivan, que pasò loco: te apresuraste a decir -muy convencido- que "la posición de la Coordinadora por la Refundación de la IV Internacional (agrupamiento internacionel donde participa el PO-NdeR) es neta: no se vota la investidura de la Unione, al revés se la denuncia y se plantea como alternativa el "polo autónomo de clase". Y en este sentido Ferrando se ha puesto por fuera de la Coordinadora.", y ahora el PO saca acriticamente la posiciòn de Ferrando (y calla la del "ala izquierda" de Progetto)... Que pasò, ivancho... te desorientaron de nuevo... ponganse de acuerdo con la linea, loco. Parece como cuando se enojaron por Savas llamando a votar a Evo y despues Altamira saliò con el mismo oportunismo. De nuevo: que pasò Ivavancito

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