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Blitz anarchico alla Benetton, assolti. Va tutto in archivio per difetto di querela
Por L'Agide - Thursday, Jan. 13, 2005 at 12:35 PM

Rovereto (TN) - Sono stati assolti i due giovani accusati di aver danneggiato dei vestiti durante un raid dimostrativo rivendicato dagli anarchici nel negozio Benetton di via Oriola. Sono bastati cinque minuti di camera di consiglio al giudice Corrado Pascucci per scrivere la sentenza di non luogo a procedere per difetto delle condizioni di procedibilità. Assolti dunque i roveretani Stefano T. e Marco B.. In sostanza, ancor prima di entrare nel merito dei fatti, il magistrato ha ritenuto l´insussistenza delle aggravanti contestate dalla procura. A questo punto il procedimento è caduto perché la querela, condizione necessaria per continuare il processo, non era valida in quanto presentata dalla commessa responsabile del negozio e non dal legale rappresentante della società titolare dell´esercizio commerciale, la Spazio store srl.

Finisce dunque su una questione procedurale, abilmente sollevata dai difensori Giampiero Mattei e Michele Novembre, un processo banale quanto alla portata delle accuse, ma trattato con la dignità di un maxiprocesso per lo schieramento di forze dell´ordine messe in campo a palazzo di giustizia in previsione di disordini di cui non c´è stata traccia.

Il pm Paolo Storari, che ha ereditato il fascicolo sul raid alla Benetton, sapeva bene di avere un punto debole sul fronte procedurale e aveva tentato in extremis di mettere un puntello giuridico. La procura aveva contestato le aggravanti dell´esposizione dei beni alla pubblica fede e del danneggiamento di un immobile di valore storico così da poter procedere d´ufficio. Ma i maglioni imbrattati come protesta contro la multinazionale Benetton non erano a rigore esposti alla pubblica fede poiché nel negozio c´era una sorveglianza costante. Inoltre non si poteva parlare di danneggiamento di edificio storico perché qualche schizzo di vernice era finito su pareti secondarie del negozio.

Il pm Storari aveva comunque chiesto la condanna a 6 mesi di reclusione per T. e l´assoluzione per B.. Il primo infatti era stato riconosciuto da una commessa in una precedente udienza, mentre sul secondo non c´erano certezze anche perché pare che nel giorno del raid l´imputato fosse bloccato in casa a causa di un´operazione.

Il processo è filato via su argomenti strettamente giuridici senza caricarsi di contenuti ideologici. Solo nel chiedere, in caso di condanna, la concessione dell´attenuante per aver agito per particolari valori morali, l´avvocato Mattei ha ricordato che in fondo, quando il 19 dicembre 2002 tre persone a volto coperto imbrattarono degli indumenti da Benetton, non lo fecero per il gusto di fare una bravata. «Magari con metodi sbagliati - ha detto il legale - ponevano una questione reale: le situazioni di grave sfruttamento nei paesi produttori nel sud del mondo. Benetton in Argentina si comporta come i latifondisti dell´Ottocento, ma noi preferiamo guardare solo le immagini progressiste delle sue campagne pubblicitarie».

L'Agide
12/1/05

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